03 marzo, 2007

Previdenza: Dalle fabbriche torinesi la protesta dei delegati

Non c'è solo la verifica del consenso in Senato da fare, ma anche, e forse prima, c'è la verifica nel paese reale. Il governo non l'ha ancora fatta e sembra piuttosto sordo ai messaggi che pure vengono spediti dai territori e dai soggetti sociali. Nelle fabbriche il clima non è buono, lo si era capito già mesi fa, quando le tute blu di Mirafiori fecero notizia per i fischi ai tre segretari generali di Cgil, Cisl e Uil. Fischi che denunciavano solitudine da abbandono: «Si ricordano di noi solo quando ci sono sacrifici da fare», è il commento prevalente. Ieri da Mirafiori e dalle principali fabbriche torinesi sono partiti altri fischi, questa volta indirizzati direttamente al governo «amico» o presunto tale. La nuova, ennesima campagna sulle - contro le - pensioni (e il discorso di Prodi al Senato non ha dissipato i dubbi)non è piaciuta agli operai e i rappresentati sindacali di base, le Rsu, si sono fatti interpreti di qualcosa che va ben al di là del disagio. In linea di montaggio si chiama incazzatura: alzare i coefficienti e allungare l'età lavorativa vuol dire sterilizzare le pensioni e allontanare il giorno della «liberazione».
il manifesto 28 febbraio 2007

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